Fra le numerose colture presenti nei racconti biblici, risalta fin dai tempi remoti della Genesi, quella della vite, particolarmente apprezzata per il suo frutto, l’uva, e per il vino che da essa si ricava. Nell’Antico Testamento essa è figura d’Israele, la cui disubbidienza è paragonata all’assenza di frutto di una vigna (Isaia 5:7). L’Antico Testamento, inoltre, ricorre alla figura della vigna e della vite anche per esprimere l’idea di prosperità e stabilità politica per la nazione (Isaia 37:30). Un altro significato della vigna è contenuto nei testi profetici riguardanti le future benedizioni di Israele (Osea 2:15). In questi e in altri versetti, piantare vigne e mangiare di nuovo del loro frutto è il segno immediato ed evidente dell’intervento di Dio in favore del Suo popolo e, in particolare, della definitiva restaurazione finale d’Israele. L’espressione di Cristo in questo brano ci illustra quelli che devono essere i rapporti fra Gesù, qui raffigurato con la vite, ed i fedeli, raffigurati dai tralci. In un mondo pieno di contraffazioni, di simulazioni e di imitazioni, Gesù indica se stesso come vera vite; in altri termini, Egli si presenta come genuino, puro, reale e vero. In Lui non v’è finzione alcuna, la Bibbia Lo presenta come il vero Dio (II Tess.1:9), il vero Salvatore, il vero Figlio di Dio, il vero Agnello offertosi per noi (Giov.1:29). Possano queste povere parole farti riflettere sull’autenticità del Cristo, sulla Sua vera identità. Gesù desidera avere con te un personale incontro, il Suo santo desiderio è quello di fare di te un tralcio attaccato a Lui che è vera vite. Soltanto così potrai portare frutto alla gloria di Dio. Amico caro arrenditi a Gesù, offriti interamente a Lui, rimani attaccato alla fedele Parola di Dio, servi Cristo con zelo, consacrati anima, corpo e spirito a Lui e riceverai in risposta alle tue azioni di fede abbondanti benedizioni.