Una delle caratteristiche che meglio di ogni altro contraddistingue la Chiesa di Cristo è proprio la gioia, il gaudio spirituale. Una “chiesa allegra” è una chiesa sana. L’allegrezza di cui parla la Bibbia non va confusa con quella che comunemente riscontriamo in alcuni individui come conseguenza di un’esperienza emozionante, che lascia dietro a sé soltanto un lontano ricordo amaro. L’allegrezza, la gioia o il gaudio spirituale, invece, è il risultato delle parole di Cristo: “Vi ho dette queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa” (Giov. 15.11). Abbiamo detto che l’allegrezza è prodotta dallo Spirito Santo in noi; di conseguenza, nella vita del credente si devono manifestare delle virtù che esprimano l’opera di Dio. In primo luogo consideriamo l’altruismo che si manifesta verso gli altri con l’interesse spirituale, la liberalità cristiana e l’amore fraterno; in secondo luogo consideriamo la resistenza che si manifesta anche e soprattutto nelle prove. L’esperienza di Paolo e Sila è per ciascuno di noi di grande edificazione: “…Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano” (Atti 16:23-26). In terzo luogo la gioia produce comunione col Padre, col Figlio, con lo Spirito Santo e con i fratelli in fede; infine, v’è la fede che vive e si manifesta in anticipazione della gloria: “Benché non l’abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa” (I Pietro 1:8).