Analfabetismo di ritorno
 "Poiché, mentre per ragion di tempo dovreste esser maestri, avete di nuovo bisogno che vi s’insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio; e siete giunti a tale punto che avete bisogno di latte e non di cibo sodo." (Ebrei 5: 12) Quando si pronuncia la parola “analfabetismo” si è portati a riferirla a coloro che non sanno “né leggere né scrivere”, tralasciando, per scarsa conoscenza del problema o per comodità, tutte quelle altre forme definite “nuovi analfabetismi”. Ve ne sono vari tipi: Tecnologico, Settoriale ecc…. Ad esempio, si definisce “analfabetismo di ritorno” quello di chi, pur avendo ricevuto un’istruzione, l’ha dimenticata del tutto o in parte. Di conseguenza -dicono gli esperti- abbiamo persone che nel corso degli anni hanno imparato a leggere e a scrivere, sono passati da una classe inferiore a quella superiore, hanno conseguito un diploma (se non addirittura una laurea), ma che dopo alcuni anni di lontananza dalla scuola hanno perduto ogni conoscenza acquisita tornando allo stato di analfabeti totali. In alcuni articoli sull’argomento si ritrova spesso un’affermazione apparentemente ironica, ma sintomatica della condizione di molte Università: «fra i laureati c’è il 7,2 % di analfabeti». Sara vero? Non è nostra competenza disquisire su questa problematica dal punto di vista sociale, ma chiediamoci in tutta sincerità: “non è forse vero che questo fenomeno così dilagante sta investendo le vite di molti credenti?”. Esso in realtà è diffuso anche nel nostro ambito cristiano. Oggi più che mai i credenti ascoltano continuamente dai pulpiti delle nostre chiese sermoni, studi biblici, lezioni di Scuola Domenicale. Degna di nota è anche la stampa cristiana che dà un forte contributo non soltanto evangelistico, ma anche edificativo per i credenti. Oltre a tutto questo possiamo usufruire di continui programmi televisivi e radiofonici cristiani. Tanto materiale didattico è a nostra disposizione, ma nonostante ciò, molto spesso cadiamo vittima del fenomeno di “analfabetismo di ritorno”. Dio non vuole soltanto che noi sappiamo determinate cose su di Lui, ma desidera che giungiamo al più presto ad una profonda conoscenza di Cristo e della Sua preziosa Parola. La Parola di Dio è chiara al riguardo: “…e come figliuoli d'ubbidienza, non vi conformate alle concupiscenze del tempo passato quando eravate nell'ignoranza” (I Pietro 1:14). E ancora ci incoraggia a raggiungere un’alta conoscenza della Persona di Cristo e della Sua Parola: “Circa i doni spirituali, fratelli, non voglio che siate nell'ignoranza” (I Cor.12:1); “Or, fratelli, non vogliamo che siate in ignoranza circa quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza” (I Tess.4:13). Il Signore Gesù rivolgendosi alla chiesa di Laodicea dice: “Poiché tu dici: Io son ricco, e mi sono arricchito, e non ho bisogno di nulla e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo…” (Apoc.3:17). Essi sostenevano di conoscere Cristo, ma in realtà ignoravano il loro stato spirituale di perdizione. Dio aiuti ciascuno di noi a non ricadere nell’ignoranza spirituale, perciò cari amici e fratelli “….lasciando l'insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo a quello perfetto…” (Ebrei 6:1). Gioacchino Caltagirone |