Fobia sociale
È un disturbo alquanto diffuso
tra la popolazione…
e appartiene alla categoria
dei disturbi d’ansia.
In psichiatria si distinguono tre tipi di fobia. La fobia semplice, riferita a animali o situazioni specifiche (insetti, serpenti, paura degli spazi chiusi o dell’altezza), compare di solito durante l’infanzia e a volte persiste nell’età adulta. L’agorafobia, paura di spazi aperti come strade e negozi affollati da cui risulti difficile la fuga, è la forma che comporta il maggior grado di riduzione della vita sociale (spesso il paziente agorafobico smette di uscire di casa o può farlo solo se accompagnato) e in genere insorge nella tarda adolescenza. Infine, la fobia sociale: è una patologia caratterizzata dalla paura di agire e dall’evitare situazioni nelle quali l’individuo è esposto al giudizio degli altri per il timore irrazionale di apparire imbarazzato, ridicolo, o di comportarsi in modo inopportuno ed umiliante.
 A detta degli esperti è un disturbo assai diffuso tra la nostra popolazione e appartiene alla categoria dei disturbi d’ansia. La Bibbia narra la storia di un uomo chiamato Nicodemo, capo dei giudei, che “…venne di notte” a Gesù per porGli delle domande. Alcuni hanno pensato che la visita notturna di quest’uomo a Gesù fosse in qualche modo simbolica delle tenebre spirituali del cuore o che avesse deciso di andare a Gesù in quel momento per aver più tempo per stare con Lui e parlare. Tuttavia, la spiegazione più logica sta nel fatto che, come fariseo, capo giudeo e membro della corte suprema, Nicodemo aveva paura delle conseguenze dell’essere scoperto a conversare con Cristo. Egli scelse la notte per avere un incontro clandestino con Gesù, lontano da sguardi indiscreti, per non rischiare di incorrere nell’imbarazzo, nel ridicolo, in situazioni che l’avrebbero fatto arrossire dalla vergogna.
Quanti oggi, proprio come Nicodemo, soffrono di questa fobia sociale, hanno timore di aprirsi a Cristo per paura di apparire ridicoli davanti a colleghi, parenti e amici. Non riescono a liberarsi da questa fobia, paura eccessiva che li porta a respingere la grazia salvifica di Cristo. Oggi più che mai si incontrano persone che vorrebbero realizzare Cristo, credono apparentemente in Lui e nella Sua Parola, sanno riconoscere la verità, frequentano qualche riunione di culto, ma tutto questo lo fanno di nascosto dal marito, dalla moglie o dai parenti e non decidono mai di aderire alla fede cristiana con coraggio e con la certezza che Dio li aiuterà anche ad affrontare le opposizioni. Il distacco dalla famiglia, dagli amici, da certe abitudini insane, sono azioni troppo dolorose da compiere per molti. Eppure la Bibbia è chiara al riguardo: “Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figliuolo o figliuola più di me, non è degno di me” (Matteo 10:37). Dio è degno del nostro più sincero amore.
Quando Dio opera nei cuori non si soffre più di fobia sociale, non si ha più la paura di testimoniare a tutti che apparteniamo a Lui. Timoteo aveva realizzato tutto ciò: “Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato e in vista della quale facesti quella bella confessione in presenza di molti testimoni” (I Tim.6:12). Il giovane, timido e fragile Timoteo affronta il pubblico testimoniando della sua esperienza con Cristo. In quella bella confessione di fede, il giovane pastore appare risoluto, forte e pieno di entusiasmo per Dio. Caro amico e fratello in Cristo, perché continui ad aver timore di testimoniare a tutti il tuo amore per Dio e di raccontare agli altri quello che hai realizzato in Cristo Gesù. Sappi che il Signore in questo momento vuole liberarti dalla tua situazione di paura e vuole donarti forza spirituale per divenire un vero testimone di Cristo lì dove Dio ti ha posto; ricordati che Dio: “…ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza…” (II Tim.1:7).
Gioacchino Caltagirone |