Dottrina ed Etica
 L’ETICA: l’ornamento della dottrina L’etica cristiana non è conseguenza di una ferrea e ortodossa istruzione biblica ricevuta dai più alti pedagoghi religiosi, ma è conseguenza della nuova nascita, della fede autentica riposta nel Figliuolo di Dio, manifestazione spontanea di quello che crediamo e proclamiamo.
Il Salmo 101 è attribuito a Davide, l’uomo che aveva il cuore secondo l’Eterno. Il futuro re di Israele mostra un carattere deciso, devoto e diretto; d’altronde questo si richiede a un re che si propone di comportarsi in tutte le cose come si addice a un sovrano che Dio stesso ha scelto. Dunque il salmista mostra come il cristianesimo autentico, la vita nuova con Cristo, sia una vita completamente rigenerata, reale, concreta e, soprattutto, volta alla manifestazione di quello che crediamo. Infatti, il salmo è pieno di sante risoluzioni prese da Davide nel periodo in cui la sua vita stava decisamente cambiando e tutte queste decisioni che il salmista prende hanno a che fare con la vita e la condotta cristiana. La Parola di Dio, dunque la Sana Dottrina, produce un impatto glorioso sul carattere, sul comportamento, in generale, sull’etica. Qualcuno ha giustamente affermato che l’etica è la bellezza della dottrina. Infatti, la dottrina e l’etica sono inesorabilmente unite l’una all’altra. Non v’è dottrina che non produca un’etica cristiana, e non v’è un’etica cristiana sana e edificante che non nasca dalla Sana Dottrina di Cristo.
La Sana Dottrina ispira un comportamento cristiano di lode a Dio. “Canterò la bontà e la giustizia a te, Signore, salmeggerò” (v.1). Davide si propone di cantare e salmeggiare non i suoi presunti meriti o le sue grandi gesta, ma la bontà e la giustizia dell’Eterno Iddio di Israele. La sua è un’umile, ma risoluta decisione che nasce da un cuore ricolmo della Parola di Dio. Questa verità è dimostrata anche dal Nuovo Testamento: infatti, leggiamo “la parola di Cristo abiti in voi doviziosamente; ammaestrandovi ed ammonendovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l’impulso della grazia, salmi, inni, e cantici spirituali” (Col.3:16). Dunque la Sana Dottrina favorisce la lode e ci spinge ad un’attitudine di adorazione verso il Signore. La Bibbia non mette l’accento sull’aspetto coreografico della lode e dell’adorazione, ma su quello interiore: infatti è scritto: “…l’ora viene, anzi è venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità…”(Giov.4:23,24). L’adorazione, la lode e il culto che rendiamo al Signore non sono indipendenti dalla Sana Dottrina; le false dottrine, infatti, impediscono la comunione con Dio. Nella seconda lettera di Giovanni troviamo scritto: “Chiunque va oltre e non rimane nella dottrina di Cristo, non ha Dio. Chi rimane nella dottrina, ha il Padre e il Figlio” (II Giov.9).
La Sana Dottrina promuove un comportamento sano all’interno delle mura domestiche. “Avrò cura di camminare nell’integrità…Camminerò con cuore integro dentro la mia casa”(v.2). Non sempre le nostre parole coincidono con il nostro fare. Infatti, non sempre Davide fu coerente con le sue parole. Ma il suo sano proponimento era frutto di un incontro quotidiano con la Scrittura Sacra. Il suo intento era quello di camminare con integrità di cuore nelle vie del Signore, egli desiderava ardentemente una speciale visitazione divina e questo certamente avrebbe prodotto un comportamento onorevole all’interno del suo palazzo reale. Quando Dio è in noi e la Sua Parola dimora nei nostri cuori allora non temeremo alcun male perché la Sua Persona non solo ci protegge, ma ci rende saggi e integri e ci aiuta a condurci come figliuoli di luce a Lui graditi. Per tanti oggi è più facile camminare con integrità nella chiesa o nel mondo, che nelle loro case. Sono mansueti agnelli con la fratellanza, mentre all’interno delle loro case sono dei leoni feroci. La Parola di Dio opera nel cuore del credente disposto a riceverla rendendolo un testimone fedele di Cristo all’interno della propria famiglia.
La Sana Dottrina ci fa rigettare l’etica di quest’epoca malvagia.
“Non mi proporrò nessuna cosa malvagia; detesto il comportamento dei perversi; non mi lascerò contagiare” (v.3). Non possiamo fare a meno di vedere cose scellerate e inique ogni giorno attorno a noi. Ma v’è una grande differenza tra il vedere tali cose e lasciare che esse ci ostacolino nel cammino cristiano; infatti, Paolo ci esorta dicendo: “Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri” (Rom.13:13,14). Davide aveva in cuore di non commettere cosa scellerata, espressione quest’ultima che potremmo benissimo applicare ai luoghi che frequentiamo, all’abbigliamento che usiamo, alle persone con le quali ci associamo, ai programmi televisivi che guardiamo, alle riviste che leggiamo, ai pensieri che alberghiamo nel cuore. Dio ci chiama a santificazione. Il Signore Gesù aiuti ogni credente a non partecipare ai piaceri della vita presente, a non usare il linguaggio del mondo, a non scendere ai bassi livelli del compromesso, ma a “rialzare il capo” perché il Suo ritorno è vicino (Luca 21:28). L’etica cristiana non è conseguenza di una ferrea e ortodossa istruzione biblica ricevuta dai più alti pedagoghi religiosi, ma è conseguenza della nuova nascita, della fede autentica riposta nel Figliuolo di Dio, manifestazione spontanea di quello che crediamo e proclamiamo.
La Sana Dottrina permette al credente di mantenere il controllo della propria lingua. “Sterminerò chi sparla del suo prossimo in segreto” (v.5). La Parola del Signore, infine, riesce a tenere sotto controllo la nostra lingua. Davide è deciso ad estirpare dal suo regno ogni malfattore, ogni uomo maldicente che sparla in segreto del suo prossimo. Egli brama circondarsi di uomini che come lui amano adorare, benedire Dio e gli uomini. La maldicenza è un “cancro” che colpisce tutti quelli che la praticano diventando inesorabilmente vittime di un male senza posa. Giacomo, a tal proposito, scrive: “ogni specie di bestie, uccelli, rettili e animali marini si può domare, ed è stata domata dalla razza umana; ma la lingua, nessun uomo la può domare; è un male senza posa, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini che sono stati fatti a somiglianza di Dio. Dalla medesima bocca escono benedizioni e maledizioni. Fratelli miei non dev’essere così. La sorgente getta forse dalla medesima apertura il dolce e l’amaro? Può forse, fratelli miei, un fico produrre olive, o una vite fichi? Neppure una sorgente salata può dare acqua dolce” (Giac. 3:7-12). Gioacchino Caltagirone |