Le tre vedove di Moab

Ruth 1:6-18


Il libro di Rut si apre con una tragedia e si conclude con una gloriosa vittoria. E la storia di una ragazza moabita che dalle tenebre del peccato viene dolcemente condotta, per la potenza della grazia di Dio a far parte del popolo d’Israele. Questo passaggio della Scrittura oggetto della nostra riflessione si apre con tre vedove, Naomi e le sue due nuore, Orpa e Ruth. Queste tre donne hanno appena perso i loro mariti, si trovano nell’indigenza e nella miseria più totale e come se non bastasse si trovano in luogo di disprezzo, a Moab. Dio stesso definisce questa città un catino usato per lavare i piedi. È scritto: “Moab è il catino in cui mi lavo” (Salmo 60:8). La Bibbia ci presenta tre vedove che vivono gli stessi disagi, stanno realizzando le stesse disgrazie, pur tuttavia affrontano la medesima difficoltà in modo diverso, mostrando reazioni diverse.

NAOMI: NELLA SUA SOFFERENZA SI OPPRIME (VV.6-15)
Naomi è figura di un figlio di Dio che è ha vissuto per un periodo con il Signore e poi si è allontanato dalla sua grazia. Per Naomi Moab era il luogo della sconfitta, della perdita, il luogo della tragedie e del terrore.

  • La causa della sconfitta. Naomi vive questo triste stato fisico, materiale e spirituale perché non è mai bene allontanarsi da Dio, lo sviamento porta malessere interiore, stare lontani da Dio non è profittevole, ma è un danno. Moab figura del mondo non porta con se mai cose buone, infatti è scritto: “non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo” (I Giov.2:15) e altresì scritto che “la tristezza del mondo produce la morte” (II Cor.7:10);
  • Le manifestazioni della sconfitta. La morte di Elimelech e dei suoi due figli sembra una cosa ingiusta, eppure la Bibbia ci spiega il perché di certe cose. È scritto che “il salario del peccato è la morte”, e che “il peccato quando è compiuto porta alla morte” (Giac.1:15). La loro fuga da Betlemme fu insensata, come Dio sostenne Boaz durante la carestia, così Dio avrebbe sostenuto la casa di Elimelech;
  • Le conseguenze della sconfitta. Naomi ha perso ogni speranza sia per il presente che per il futuro. Adesso ci appare come una donna desolata, confusa e disorientata, non ha più cari che la sostengono e completamente sola. L’amabile Naomi adesso è amareggiata, totalmente contrariata, disillusa, afflitta arrivando addirittura a dire alle sue due nuore “tornate indietro, figlie mie! Ciascuna a casa di sua madre” (vv.8-11). Naomi ha perso la capacità di testimoniare della gloria di Dio. Questa povera vedova è la prova di una triste verità: che un credente malato è di cattiva testimonianza per il vangelo. È scritto: “Soltanto, comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo, affinché, sia che io venga a vedervi sia che io resti lontano, senta dire di voi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede del vangelo” (Fil.1:27). Gesù disse: “«Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Mt.5:13-15). Nella sua sofferenza Naomi si opprime non riuscendo a comprendere che tutto questo era capitato a causa del suo peccato.

ORPA: NELLA SUA SOFFERENZA VOLTA LE SPALLE A DIO (vv.14,15)
Orpa è la figura di una persona persa, che arriva a guardare quasi da vicino le cose di Dio e poi a causa dell’afflizione torna alla sua vecchia vita di peccato senza aver mai toccato con mano le meraviglie della grazia di Dio.

  • Tornò alla sua famiglia - Spesso i legami familiari e gli affetti sono un ostacolo per alcune persone, eppure è scritto: “Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me” (Mt.10:37);
  • Tornò alla sua religione - Evidentemente, anche dopo tutto quello che aveva udito e visto del Dio d'Israele, i suoi dèi erano ancora l'oggetto del suo amore e della sua personale devozione. La Bibbia dichiara: “Perché dov'è il vostro tesoro, lì sarà anche il vostro cuore” (Mt.6:21);
  • Tornò al suo mondo - Orpa non sarebbe mai stata felice in Israele. Lei, nel suo cuore era ancora legata completamente a Moab!

Dio offre a questa vedova la possibilità di riscattarsi, di uscire fuori dalla sua condizione, ciò nonostante Orpa è figura di tutti quelli che continuano a voltare le spalle a Gesù. “Gli empi se ne andranno al soggiorno dei morti, sì, tutte le nazioni che dimenticano Dio” (Salmo 9:17). Gesù continua a ripetere a quanti vivono situazioni difficili: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giov. 14:6).

RUTH: NELLA SUA SOFFERENZA VA INCONTRO AL PIANO DI DIO (vv. 15-18)
Ruth è la figura invece del peccatore perduto, che guarda le meraviglie della grazia di Dio e che con fede e coraggio se ne appropria, entrando così a far parte della meravigliosa famiglia di Dio. Nella sua sofferenza riesce a guardare avanti, riesce a vedere per la fede nell’Iddio d’Israele ciò che ancora non si è realizzato.

  • Rut decide di non tornare indietro. Naomi non le potrà dare mai nulla, ciò nonostante Rut decide di seguirla fino a Betlemme. Non sappiamo cosa sia successo nel cuore di questa giovane ragazza, ma una cosa è sicura che da quella situazione di sofferenza ella ne voleva venire fuori, avvertendo probabilmente nel suo intimo un divino richiamo verso la città del pane. Dio aveva parlato al suo cuore. Lei è la prova che Dio parla ancora oggi al cuore dei peccatori indipendentemente dalle circostanze avverse;
  • Ruth decide di andare avanti con fede - Si adotta ha una nuova famiglia e ha un nuovo Signore mediante la fede. Ha ricevuto una nuova vita e un nuovo Signore perché ha esercitato la fede! Per la fede tutto può cambiare. La tua situazione può mutare se eserciti la tua fede nel glorioso Figlio di Dio. Gesù dichiarò: “«Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi” (Lc.4:16-21);
  • Rut decide di impegnarsi con Dio fino alla fine. (v.17). Fa un impegno totale che si estende fino alla morte. Lei ha deciso di dedicare ogni secondo, ogni attimo, ogni giorno della sua vita a Dio. Gesù disse: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo” (Lc.14:26). Gesù dice a me e a voi quest’oggi: “Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita” (Apc.2:10).

Quale di queste povere vedove meglio rappresenta la vita che state vivendo in questo momento? Siete come Naomi, una persona che ha conosciuto Dio, ma che nella sua sofferenza anziché gridare al Signore si deprime? Sei come Orpa, hai esaminato quasi da vicino le cose del Signore, ma ciò nonostante hai deciso di non seguirlo, hai scelto la tua vita, il tuo peccato, la tua volontà anziché quella di Dio? Oppure, vuoi essere come Ruth, hai preso la tua decisione di seguire il Signore, qualunque cosa accada? Quale di queste donne rappresenta meglio la vita che state vivendo in questo momento?

Gioacchino Caltagirone

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