Moda IN Chiesa Allo stesso modo, le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e modestia: non di trecce e d'oro o di perle o di vesti lussuose, ma di opere buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà." (I Timoteo 2:9,10)
L’alta moda nasce in Italia, precisamente a Firenze, negli anni ‘50 grazie alla visione di Giovanni Battista Giorgini il quale, formando una squadra selezionata di disegnatori italiani, ben presto riuscì a portare il made in Italy in tutto il mondo. Da allora l’Alta Moda, o “haute couture”, è quel settore dell’abbigliamento nel quale operano i creatori di abiti di lusso. Secondo la rivista TIME, le Case di Moda negli ultimi decenni sono aumentate e hanno raggiunto il grande pubblico grazie anche ai loro marchi ben pubblicizzati. L’Alta Moda non ha invaso soltanto il mondo e le nostre abitazioni grazie al piccolo schermo, ma ha raggiunto anche le nostre comunità locali. Non è infatti difficile, nonostante la crisi, trovare oggi all’interno delle nostre chiese credenti che indossano abiti o accessori di Alta Moda. Borse e cinture che raggiungono prezzi elevatissimi, abiti e cappotti di grande pregio sfilano lungo le “passerelle” o scusate, i corridoi dei nostri locali di culto. Per non parlare poi di alcuni credenti che amano indossare abiti succinti, scollati e molto provocanti. Ma tutto questo è utile? Edifica chi ci sta a fianco? Ci ricordiamo di quanti vivono situazioni economiche meno agiate delle nostre? E poi la Bibbia cosa insegna al riguardo? Chiediamoci: che tipo di vestiti dobbiamo indossare per onorare il nome del Signore Gesù Cristo? Dunque, interroghiamo la Scrittura, chiediamo ad Essa di investigare il nostro cuore, i nostri sentimenti, le nostre reali esperienze di fede, esaminiamoci dunque, chiediamo a Dio di aiutarci a cercare innanzitutto “il regno di Dio” e anche il nostro guardaroba cambierà. Consideriamo insieme, partendo dall’esame del nostro versetto scelto, alcuni termini biblici:
DECORO
L’apostolo ordina che gli uomini hanno il dovere di pregare anziché litigare (I Tim. 2:8), “allo stesso modo” (non è un flebile consiglio, né un’opinione personale, ma un ordine divino), le donne devono adornarsi in modo appropriato (questo vale anche per gli uomini) per l’adorazione di Dio. Dunque la Scrittura dichiara con estrema chiarezza che i credenti (uomini e donne) devono presentarsi nella “casa” del Signore vestiti in modo decoroso. Il termine sembra che derivi dal sostantivo Kosmos, spesso tradotto con mondo, ma che in realtà significa “ordine” o “sistema”. Da questo deriva che i fedeli, riscattati col sangue di Gesù, devono venire al culto pubblico (e non solo) pronti ad incontrarsi con il Signore della gloria. Via da noi sciatteria e trascuratezza, ma nel contempo attenzione a non metterci in mostra con un abbigliamento indecoroso. Qualcuno ha affermato: “un abbigliamento giusto rispecchia un cuore altrettanto giusto”. Un abbigliamento decoroso è il prodotto, la conseguenza di un cuore completamente consacrato al Signore. Il nostro guardaroba è la testimonianza pubblica di chi siamo e in cosa crediamo, per questo motivo dobbiamo badare a non attrarre l’attenzione su noi stessi, in special modo durante il culto, perché ciò violerebbe lo scopo del culto stesso, Pietro scrive: “Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell'intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d'oro e nell'indossare belle vesti, ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore”. (I Pt.3:3,4). Molti si recano al culto come se andassero ad un ballo, o a una festa popolare, dimenticando che il culto è una speciale occasione per pregare, chiedere perdono a Dio per i nostri peccati, per implorare la Sua divina misericordia e per ascoltare il Suo dolce consiglio.
PUDORE
Nel nostro testo vi è un altro termine degno della nostra attenzione: “pudore”. Esso appare una sola volta in tutto il Nuovo Testamento e si riferisce a una modestia mista a umiltà. I credenti con il loro abbigliamento si preoccuperanno di non essere causa di distrazione per nessuno, né tanto meno fonte di tentazione. È scritto: “Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare. Guai al mondo a causa degli scandali! perché è necessario che avvengano degli scandali; ma guai all'uomo per cui lo scandalo avviene!...Guardatevi dal disprezzare uno di questi piccoli; perché vi dico che gli angeli loro, nei cieli, vedono continuamente la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Mt.18:6,7,10). Dio ci dia il “pudore”, cioè quella capacità di sapersi contenere, quella forza che proviene dallo Spirito Santo, che ci pone dei limiti a scopo di purezza, per esaltare il nome del Signore. Chiediamoci quando acquistiamo un vestito: “Il mio intento è quello di mostrare agli altri me stesso… o è quello di raffigurare un cuore umile dedicato all’adorazione di Dio? Un credente che desidera onorare Dio considererà attentamente il proprio guardaroba.
MODESTIA
Infine, il terzo termine in questione è “modestia”, che significa autocontrollo. In epoca greca l’autocontrollo fu definito da Euripide “il dono più bello degli dei”. Plutone, nella Repubblica, invece la collocò tra le quattro virtù cardinali. Nel Nuovo Testamento il termine “modestia” appare una seconda volta in Atti 26: 25 (Versione Diodati) “Ma egli disse: Io non farnetico, eccellentissimo Festo; anzi ragiono parole di verità, e di senno ben composto”. Questo “senno ben composto” di cui parla Paolo è appunto l’autocontrollo che l’apostolo esercitò durante il suo discorso davanti al re Agrippa. L’autocontrollo ci aiuta a scegliere cosa indossare e cosa invece è opportuno togliere di mezzo. La Bibbia dichiara: “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo”. (Galati 5:22). Ricerchiamo una profonda comunione con Dio e il nostro modo di vestire subirà una trasformazione radicale.
UNA PAROLA CONCLUSIVA
Fratelli e sorelle in Cristo, facciamo attenzione alla scelta del nostro abbigliamento, vogliamo onorare in ogni cosa il nostro Amato Salvatore, vestiamoci dunque di “opere buone, come si addice” ai credenti “che fanno professione di pietà”(I Tim.2:10). La Scrittura ci esorta a non perdere di vista il ritorno del Signore: “La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce” (Rom.13:!2). La grazia salvifica di Cristo è venuta per togliere ogni forma di peccato e mondanità: “L'angelo disse… «Levategli di dosso le vesti sudicie!» Poi disse a Giosuè: «Guarda, io ti ho tolto di dosso la tua iniquità e ti ho rivestito di abiti magnifici” (Zac.3:1-5). Nel Nuovo Testamento ancora una volta la grazia di Cristo si mostra nel “vestire” un uomo non solo con una veste, ma con la liberazione dalla condanna eterna: “La gente uscì a vedere l'accaduto; e, venuta da Gesù, trovò l'uomo, dal quale erano usciti i demòni, che sedeva ai piedi di Gesù, vestito e sano di mente; e si impaurirono” (Lc.8:35). Preoccupiamoci di indossare ogni giorno l’abito della grazia di Dio, anche perché Gesù disse che: “la vita è più del nutrimento e il corpo più del vestito” (Lc.12:23). Gesù ritorna! Gesù ritorna! Vorrei concludere queste semplici note citando l’epilogo di una parabola di Gesù, quella delle nozze: “Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l'abito di nozze. E gli disse: "Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?" E costui rimase con la bocca chiusa. Allora il re disse ai servitori: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti". Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti”. (Mt.22:11-15). Non vogliamo trovarci fra questi, piuttosto fra i vincitori: “Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli” (Apoc. 3:5).
Gioacchino Caltagirone |