Social sharing


Gli psicologi lo chiamano social sharing che vuol dire “chiedere consigli e aiuto a colleghi, amici e parenti”. Senza esagerare, però: altrimenti, dicono gli esperti, tu sarai rilassato, ma loro non ti sopporteranno più. E si stresseranno al solo vederti arrivare…

Indubbiamente questa apparente soluzione sembra dare respiro a tutte quelle persone -milioni oggi nel mondo- che soffrono di depressione, solitudine, paura e che vedono l’unica via di uscita nella morte. Il social sharing non è però una pratica diffusa solo tra persone affette da disturbi psichici o fisici, ma come dice la stessa espressione è la condivisione sociale di emozioni, di pensieri, di esperienze che ci segnano nel bene o nel male. A detta degli esperti questo racconto delle proprie emozioni (tecnicamente “discolsure” apertura) può produrre a lungo termine effetti benefici sulla salute fisica e psicologica dell’individuo, ma non diminuisce la sofferenza emotiva legata ai traumi.

Indubbiamente parlare fa bene, aprirsi con qualcuno aiuta, ma con chi possiamo aprirci, con chi dobbiamo parlare, a chi possiamo rivolgere il nostro grido senza che si stanchi di noi e finisca per rigettarci?
La risposta è nella Bibbia. La Scrittura ci presenta qualcuno che è perfettamente in grado di aiutarci e di venirci incontro in ogni situazione e in ogni momento, senza che Egli si stanchi di noi, il Suo nome è Cristo Gesù. Egli, infatti, non ha mai rigettato coloro che col cuore si sono disposti a realizzarlo nella loro vita. La Bibbia afferma: “Getta sul Signore il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli” (Salmo 55:22). Ancora oggi, Gesù cerca anime bisognose di ristoro. Egli desidera che tu dichiari il tuo bisogno, infatti leggiamo: “Poi venite, e discutiamo, dice il Signore: Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana” (Isaia 1:18). La Bibbia ci ricorda una storia davvero straordinaria. “…Una donna la cui bambina aveva uno spirito immondo, avendo udito parlare di lui, venne e gli si gettò ai piedi…e lo pregava di scacciare il demonio da sua figlia” (Marco 7:25,26). Questa donna, pur non essendo ebrea, ma pagana, spinta dalle necessità della sua casa “si mise a gridare” (Matt. 15:22), irritando persino i discepoli, che pregarono Gesù dicendo: “licenziala, perché ci grida dietro”; eppure alla fine trovò misericordia agli occhi del Cristo e il problema che l’affliggeva fu risolto miracolosamente. L’amore di Dio è infinito, Egli vuole ascoltare anche le persone più lontane, gli emarginati, coloro che pensano di non avere nessuno che li può aiutare o ascoltare, l’amore di Cristo è pronto per renderti meritevole d’attenzione perché Egli non riguarda alla qualità delle persone, Egli non ha riguardi personali. Dio ti vuole ascoltare: forza, dichiara il tuo bisogno!

Gioacchino Caltagirone

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