Il culto cristiano cap. 6

“le parole dell’Eterno son parole pure sono argento affinato in un crogiuolo di terra purificato sette volte” (Salmo 12:6)

“E per questa ragione anche noi rendiamo del continuo grazie a Dio:perché quando riceveste da noi la parola della predicazione, cioè la parola di Dio, voi l’accettaste non come parola d’uomini ma, quale essa è veramente, come parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete” (I Tessalonicesi 2:13)


La parola : Espressione del consiglio di Dio

Tutta la Parola di Dio è divinamente ispirata (II Timoteo 3:16). Nei nostri culti la Parola ha e deve continuare ad avere il posto centrale. Essa dunque, deve presiedere nei nostri culti, e in quanto Parola di Dio deve occupare prima nel nostro cuore e poi nelle nostre comunità locali il posto di preminenza, guida infallibile, vivente ed autorevole. Le nostre chiese, i nostri culti sussistono soltanto per la potenza della Parola di Dio. Purtroppo negli ultimi anni in molti movimenti neo pentecostali è stato dato alla Parola un posto di secondo piano, privilegiando e dando maggiore prestigio alle capacità oratorie umane, innalzando la creatura anziché il Creatore, lasciando spazio alle parole umane invece che alle divine. Il libro degli Atti degli Apostoli deve essere la carta d’identità di ogni chiesa, le caratteristiche e i segni particolari delle nostre chiese devono rispecchiare quelle della chiesa dell’era apostolica. Basta leggere alcuni versi di questo meraviglioso libro per comprendere l’importanza e il posto che la Parola occupava nella chiesa del I secolo (Atti 1:16; 2:15-21; 37; 42: 4:31; 6:7; 8:29-35; 10:44; 12:25; 15:14-19; 16:32; 19:20).

  1. Le perfezioni della Scrittura
    • Autorità (Salmo 111:7,8):
      La Scrittura ha autorità assoluta in quanto Parola di Dio;
    • Necessità:
      La Scrittura è assolutamente necessaria, infatti Dio nella Sua infinità onniscienza aveva stabilito che soltanto così doveva essere conosciuta la grazia;
    • Chiarezza:
      La Bibbia è chiara e per l’interpretazione si deve ricorrere ad essa stessa. Il credente nella guida dello Spirito Santo potrà comprendere la volontà di Dio senza ricorrere all’aiuto di “professionisti” in materia biblica (I Cor.2:15; I Giov.2:20);
    • Sufficienza:
      intendiamo così negare l’esistenza e la possibilità di una autorità al fianco della Bibbia (I Giov.1:3,4), sia essa scritta o orale (I Cor.4:6).
  2. La predicazione della Parola
    1. Tutto il consiglio di Dio:
      Centrale per il benessere di una Chiesa è la predicazione dell’intero consiglio di Dio come proclamato nella Sua Parola. Quando una Chiesa comincia a minimizzare e relativizzare la Parola di Dio, il suo studio e proclamazione, quando le sue tradizioni sono più importanti dell’insegnamento della Scrittura, quando sono le ideologie di moda a determinare e condizionare l’essere e la proclamazione della Chiesa, quando i sentimenti, le presunte rivelazioni private o le idee umane cominciano a prevalere, allora la Chiesa perde la sua purezza ed influenza.
    2. Il soggetto della predicazione:
      è sempre Cristo Gesù il Signore e la Sua opera di redenzione (Atti 2:22; 8:5; I Cor. 1:23).
    3. Le particolarità di una predicazione efficace:
      può sembrare assolutamente scontato, ma se desideriamo ascoltare delle predicazione efficaci e soprattutto guidate dallo Spirito Santo, il ministro dovrà sperimentare: la preghiera: (I Tim.4:14; II Tim.2:1; Filippesi 4:6-7); la lettura della Parola: (II Tim.4:5; 1:14: Giosuè 1:7,8; Salmo 1:2); la scelta del testo: (II Tim.4:2); leggere il testo: (Atti 2:17-21; Luca 4:16-21); la guida dello Spirito Santo: (Atti 1:8; 8:29; 16:6-10).
    4. I tre segni distintivi di una chiesa fedele all’Evangelo:
      quando vediamo la realtà contemporanea del Cristianesimo, composto da un vasto numero di differenti denominazioni, come si può determinare quali fra queste siano riflesso della vera Chiesa, e quali no? Se pure diventare membri della Chiesa invisibile è una questione personale fra il Signore e l’anima di una persona, fondata su segni scritturali e sui frutti della vita spirituale, quando ci si riferisce alla Chiesa visibile, la vera Chiesa può essere contraddistinta da quella falsa o inadeguata dai seguenti tre segni visibili, così identificati: SEGNI DISTINTIVI DI UNA CHIESA FEDELE ALL’EVANGELO.
      1. La pura predicazione della Parola di Dio - Dottrina
      2. La corretta amministrazione e ubbidienza agli ordinamenti - Culto
      3. Il fedele esercizio della disciplina biblica - Disciplina
        Nessuna chiesa o comunità locale sulla terra è perfetta, nessuna denominazione sarà mai perfetta, ma diventare il più perfetta possibile dovrebbe essere l’obiettivo di ciascuna chiesa locale. "Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt. 5:48). Il termine “perfetto” nel Nuovo testamento come nella lingua italiana, non ha mai il significato di uomo che non sbaglia mai, scevro da ogni caduta, bensì si riferisce ad un uomo completo cioè di nulla mancante, fornito di ogni cosa (Giac.1:4).
  3. L’opera silenziosa ma potente della Parola
    Quello che la Parola compie nel cuore dell’individuo che non conosce il Signore e nel credente rimarrà sempre qualcosa che con parole umane non potrà essere spiegata. È un’opera silenziosa, ma potente, vivente ed efficace, essa penetra nell’essere dell’uomo dividendo l’anima dallo spirito, le giunture delle ossa dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore (Ebrei 4:12). Produce sempre dei risultati (Isaia 55:11);
  4. Rapporto tra la Scrittura e lo Spirito Santo
    La Scrittura stessa si mette in relazione con lo Spirito Santo.
    1. In merito alla RIVELAZIONE (I Cor.2:9-11);
    2. In merito all’ISPIRAZIONE (I Pietro 1:10,11); ispirazione degli Scritti (II Samuele 23:2; Matteo 22:43,44); ispirazione dei Profeti (Atti 28:25); ispirazione della Legge (Ebrei 9:8);
    3. In merito all’ILLUMINAZIONE (Giov.14:26; 16:23; I Giov.2:20; 2:27).
  5. La risposta alla predicazione della Parola
    1. L’ascolto (Luca 6:27: 8:18; Atti 2:14). Non semplicemente udire, ma ascoltare;
    2. Il rispetto (Malachia 3:16; I Sam.2:30). L’onore nell’Antico Testamento (come ci mostrano i dieci comandamenti) era indispensabile. L’onore e il rispetto per Dio e per la Sua Parola devono essere assoluti;
    3. La disponibilità (Daniele 9:3; Isaia 1:19; Colossesi 4:12). La disposizione giusta del cuore, fa si che la Parola arrivi e trovi subito un terreno pronto e ben preparato per portare molto frutto e che quest’ultimo sia permanente;
    4. La ricezione: la parabola di Matteo 13:1-23 ci sarà molto utile;
    5. Custodire il deposito: (Gen. 37:11; Luca 2:51; II Tim.1:14);
    6. L’appello: credo che sia necessario che alla fine della predicazione il pastore conduca la chiesa in preghiera in adorazione, affinché la Parola predicata possa, con l’intervento dello Spirito Santo, fare breccia nei cuori di quanti hanno ascoltato.

Bisogna però fare molta attenzione ad alcune cose: che l’appello (cioè l’alzarsi in piedi, alzare la mano o il farsi avanti) non diventi un’ abitudine, ne da parte del pastore ne da parte del credente; che questo appello non spinga troppo alla motivata, ma piuttosto ad una decisione risoluta di cambiare vita, di essere trasformati ancora di più dalla grazia in Cristo Gesù; gli ultimi istanti di preghiera dopo la predicazione dovrebbero essere momenti preziosi per ogni singolo credente che ha nel cuore un solo desiderio: vivere la Parola che precedentemente era stata predicata.

Gioacchino Caltagirone

Studi: