GIOVANI
Prigionieri della Speranza

“Tornate alla fortezza, o voi prigionieri della speranza! Anche oggi io ti dichiaro: Ti renderò il doppio” Zaccaria 9:12”


    Il capitolo nove del profeta Zaccaria può essere diviso in due principali sezioni: nella prima (vv.1-8), il profeta annunzia un pesante e opprimente messaggio di giudizio contro le nazioni; nella seconda sezione (vv.9-17), invece, l’uomo di Dio rivolge a Israele un messaggio di speranza e conforto, per un futuro glorioso e pieno di benedizioni. Il nostro testo profetico presenta diversi tempi di adempimento: il profeta, infatti, si riferisce anche al rientro degli esuli a Gerusalemme. Sebbene le sue parole descrivano sia la prima (v.9) sia la seconda venuta di Cristo (v.10), il nostro testo sacro ci offre la possibilità di trarre, con l’aiuto dello Spirito Santo, delle verità attuali e attuabili per i giovani pentecostali di oggi. Consideriamo insieme:
  1. UN INVITO SOLENNE
    Il profeta rivolge ai deportati in Babilonia un invito incoraggiante e accorato: “tornate alla fortezza”. Gli ebrei sono invitati a guardare con gioia verso la loro patria, verso Gerusalemme, la città di Dio; avrebbero dovuto guardarla come un luogo di rifugio sicuro per il loro futuro. Anche noi giovani pentecostali vogliamo tornare alla fortezza, vogliamo guardare e correre verso la nostra “città” di rifugio che è Gesù Cristo, il Signore! In Lui i giovani credenti potranno trovare riparo dalle insidie del mondo, protezione dagli assalti del diavolo; in Lui, solo in Lui possiamo trovare ciò di cui ha bisogno la nostra anima (Is.45:22). A volte, nelle difficoltà della vita, i giovani sono propensi a cercare aiuto a destra e a sinistra, ma l’invito della Parola è di ritornare alla fortezza, al nostro Signore (Amos 5:4,5; Prov.18:10). Gesù è tutto per noi (Salmo 18:2). Egli è una fortezza:
    1. Per i giovani pentecostali. Lo stesso Dio che fortificò il giovane Daniele con i suoi amici, che protesse la fanciulla d’Israele, che aiutò Giuseppe, che usò Davide, che chiamò il ragazzo Geremia al ministero profetico, è ancora l’Iddio che vuole proteggere i giovani credenti (Zac.1:3; Is.30:15);
    2. Per le giovani coppie. Il matrimonio tra due credenti non è una maledizione, ma una benedizione! Pur tuttavia, le coppie hanno un grande e costante bisogno di ritornare a Cristo, per godere la Sua benedizione nella vita matrimoniale (Eb.13:4; Ef.5:22-28);
    3. Per i giovani ministri del Vangelo. I giovani pastori possono contare ancora sull’aiuto potente dello Spirito Santo (Zacc.4:6). Dio ha un piano glorioso e stupendo per i giovani servitori del Vangelo che non è la popolarità né tanto meno il successo ecclesiastico, ma la fedeltà a Dio nella condotta prima (I Tim.4:11,12) e nella predicazione della Parola poi (II Tim. 4:2).
  2. DESTINATARI SPECIALI
    L’invito del profeta è rivolto ai “prigionieri della speranza”, pertanto ad un popolo che nutriva delle aspettative, che attendeva fiducioso l’intervento divino. Dio liberi i giovani dalla prigionia della delusione sentimentale; dalla prigionia delle circostanze, della malattia, dello sconforto, della paura e dell’ansia; dalla prigionia del timore per il futuro della propria famiglia; dalla prigionia dei vizi e dei legami diabolici; dalla prigionia delle violenze subite. Dio può liberare da ogni forma di prigionia e fare di noi dei “prigionieri della speranza”. I giovani credenti devono nutrire speranza, alimentare una santa aspettativa, devono credere che Dio è ancora potente a cambiare ogni situazione. La nostra speranza è che Egli continuerà a:
    1. Salvare i perduti. (Lc.19:10;)
    2. Battezzare con lo Spirito Santo. (Atti 2:1-3);
    3. Chiamare al ministero. (Atti 13:1-3);
    4. Guarire gli ammalati. (Mt.8:16);
    5. Provvedere ogni giorno ai nostri bisogni. (Filpp.4:19);
    6. Consolare gli afflitti. (Is.61:3).
  3. LA BENEDIZIONE PENTECOSTALE
    I “prigionieri della speranza”, nel tornare alla “fortezza”, ricevono un preciso messaggio di benedizione: “Anche oggi io ti dichiaro: ti renderò il doppio”. Non importa quanto sia difficile la nostra situazione contingente, quello che conta e che se torniamo a Dio con tutto il cuore (tornate alla fortezza) e con delle aspettative (prigionieri della speranza), Egli ci visiterà dal cielo (ti renderò il doppio). Noi crediamo fermamente che le benedizioni del futuro saranno maggiori rispetto a quelle del passato e che la gloria futura sarà più grande di quella realizzata nei giorni trascorsi. I giovani credenti desiderano, aspirano e bramano, proprio come il giovane Eliseo, una doppia benedizione (II Re 2:9-11). Non vogliamo vivere una vita cristiana da poveri, da indigenti, squallida, insufficiente, ma abbondante e vittoriosa, esuberante e ricolma di Spirito Santo (Ef.5.18). Consideriamo insieme alcune brevi condizioni per realizzare un’abbondante benedizione dal cielo:
    1. Una profonda comunione con Dio. . Rimanendo legati al nostro testo che ci ricorda di tornare alla “fortezza”, impariamo che per ricevere un’abbondante benedizione dobbiamo rimanere legati e uniti al nostro Amato Salvatore (Gen.32:24-31);
    2. Nutrire delle aspettative. I “prigionieri della speranza” devono aspettarsi qualcosa (Mr.7:24.30);
    3. Credere alle Sue promesse. Dobbiamo esercitare e utilizzare la fede, senza la quale non possiamo in alcun modo piacerGli (Eb.11:6).
    Ai Giovani Pentecostali desidero rivolgere un preciso messaggio biblico: “Tornate alla fortezza, o voi prigionieri della speranza! Anche oggi io ti dichiaro: Ti renderò il doppio” (Zaccaria 9:12).

    Gioacchino Caltagirone

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