La Scuola Domenicale
Era il 1780 quando Robert Raikes (1735-1811), editore di un giornale di Glouchester in Inghilterra, decise di combattere la criminalità e la povertà in crescita nel suo paese rivolgendosi ai bambini e ai ragazzi che vivevano in uno stato di totale abbandono sociale e morale.
Tra i sostenitori dell'iniziativa, vi fu il fondatore del movimento metodista. John Wesley (1703-1791), il quale fece della Scuola Domenicale uno dei settori più importanti dell'opera della Chiesa Metodista.
Infatti, da semplice attività di insegnamento alfabetico, la Scuola Domenicale di Wesley divenne uno strumento efficace di educazione cristiana, fondata sullo studio sistematico della Bibbia.
In Italia e, soprattutto, nell'ambito del Movimento Pentecostale si può iniziare a parlare di Scuola Domenicale dopo la seconda guerra mondiale, quando le nostre chiese vennero riconosciute ufficialmente dallo Stato come ente morale di culto, col nome di Assemblee di Dio in Italia (ADI).
A dare inizio all'attività, fu la sorella Lea Palma, sovrintendente della Scuola Domenicale in St. Louis (Missouri, Stati Uniti), la quale sentì la particolare chiamata del Signore a ritornare in Italia per diffondere questo servizio. Qualche anno più tardi, anche grazie al frenetico impegno della sorella Giuseppina Furnari (1917-1988), la Scuola Domenicale italiana poteva servirsi di manuali didattici per lo studio sistematico della Bibbia e contava già centinai di classi e allievi dislocati un po' ovunque sul territorio nazionale.
La Scuola Domenicale ancora oggi si propone di far crescere nella gioia e nell'amore di Cristo bambini, ragazzi e adolescenti. Lo scopo è quello di ammaestrarli e incoraggiarli con la Parola di Dio, farli confrontare con sue le verità e i suoi valori, perché possano imparare ad amare Dio, il prossimo e loro stessi ed affrontare la vita di tutti i giorni.
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